Come scegliere tra le varie tipologie di meditazione

Chi pratica la meditazione potrà giovare di numerosi benefici. Questa disciplina è l’ideale sia per la psiche, sia per il fisico: ci aiuta a conoscere meglio noi stessi, a eseguire un’operazione di introspezione e ad allontanare i pensieri negativi.

Giorno dopo giorno, la vita ci mette di fronte a situazioni che sono per noi fonte di ansia. Tutte le persone, chi più chi meno, hanno determinati problemi: preoccupazioni legate al lavoro, alla famiglia, alle relazioni, alla salute, e così via. Siamo presi da mille impegni, corriamo di qua e di là, non ci fermiamo un attimo!

La meditazione è nostra alleata, perché ci consente di rilassarci e di coltivare l’equilibrio interiore. Con questa pratica hai l’opportunità di ridurre lo stress e di scacciare tutti quei dubbi e quei timori che ti portano a rimuginare. La serenità invade il tuo spirito come un balsamo, lo avvolge, lo permea.

È stato provato scientificamente: la meditazione fa bene all’umore, al cervello, e a molte altre parti del nostro corpo. Per esempio, lo sapevi che chi si dedica a quest’arte ha meno probabilità di andare incontro a ictus, infarti e malattie cardiovascolari? Per non parlare dell’apparato digerente – arrovellarsi in continuazione è dannoso per lo stomaco e per l’intestino![1]

Non solo: la meditazione è una complice preziosa dei polmoni, grazie alle varie tecniche di respirazione. Ci permette di dormire meglio, e di sopportare il dolore emotivo e fisico/cronico con più facilità. Di interagire con il prossimo con un atteggiamento più empatico. Di mantenere la calma persino nelle situazioni più dure e difficili.

Visto quanti lati positivi? E il bello è che puoi decidere tra diverse tipologie di meditazione! Credevi che ce ne fosse solo una, non è vero? Invece ne esistono numerose, e il mio scopo in questo caso è descriverti le principali per darti una mano a scegliere.

Osservazione o concentrazione?

Prima di addentrarci in questo argomento, però, voglio fare una premessa.

Desidero, cioè, fare una distinzione tra due “macrocategorie”. Osservazione e concentrazione. Cosa intendo quando uso questi due termini?

In un certo qual modo, quello che cambia è l’oggetto. L’osservazione è incentrata sul pensiero: attenzione, questo non significa perdersi nel flusso! Le tue idee, i concetti che si formano nella tua mente, sono – per così dire – inquadrati da lontano. Dall’esterno. Come se tu fossi “al di fuori” di te, e ti osservassi in maniera obiettiva e non giudicante.

E per quanto riguarda la concentrazione? Una meditazione che si inserisce in questo filone è indirizzata a un’unica cosa. No, non mi riferisco per forza a un elemento concreto, anche se ciò potrebbe comunque essere utile per la concentrazione. Il focus può essere posto sull’inspirazione e sull’espirazione, su una melodia, su un mantra, su un’immagine che hai nella testa ecc.

Ora che ti ho spiegato questa differenza vorrei passare a un discorso più specifico. Ci sono tantissimi tipi di meditazione, che affondano le proprie radici nella notte dei tempi e che si sono sviluppati di secolo in secolo. Sei pronto ad approfondire?

Le principali tipologie di meditazione hindu

Se sei interessato alla meditazione hindu, è importante che tu sappia che ne esistono diverse tipologie. Ecco le principali:

  • la meditazione del terzo occhio, che si rivolge alla zona in mezzo alle sopracciglia. La finalità? Zittire le riflessioni, le sensazioni e le percezioni negative.
  • la meditazione del suono, o nada yoga. Il focus è l’udito: prima quello esterno, e in seguito quello interno.
  • la meditazione visiva. Di nuovo, lo sguardo verso l’esterno è temporaneo ed è poi sostituito da quello verso l’interno.
  • la meditazione chakra, che investe uno dei sette centri di energia dell’organismo.
  • il tantra – no, non c’è nessun legame con il sesso. Unirai i tuoi cinque sensi, assorbirai l’armonia dell’universo, ascolterai tutto ciò che c’è nel tuo cuore.
  • il pranayama. Non una meditazione vera e propria, più che altro una tecnica per imparare ad ascoltare il proprio respiro.

Un altro tipo di meditazione che merita di essere preso in considerazione è la cosiddetta meditazione con mantra. Ma cos’è, esattamente, un mantra? Un vocabolo, o una semplice sillaba, che si ripete e si ripete e si ripete – tante volte. La nostra psiche, la nostra totalità ruota intorno a questa specie di formula, su cui proiettiamo le forze, in cui arriviamo a identificarci.

È importante la posizione fisica? Sì, la schiena deve essere dritta e il torace libero. Conta la scelta della parola? Probabilmente sì: è necessario, cioè, che il mantra sia piacevole e che scorra nella mente liscio come l’olio.

Un’altra meditazione hindu è quella trascendentale. Una sorta di evoluzione della meditazione con mantra, che non viene praticata a casa ma durante dei corsi appositi. Il primo maestro è stato Maharishi Mahesh Yogi, in India, ma ben presto quest’arte si è diffusa anche in Occidente.

Anche qui serve un mantra, che però è deciso dai maestri e varia con l’età e con il sesso. Nessun termine privo di senso, bensì nomi di divinità della religione induista. Occhi chiusi, respirazione profonda. Le sessioni durano circa 15 minuti, e sono quotidiane.  

Le meditazioni buddiste

Ho soddisfatto la tua curiosità in merito alle meditazioni hindu?

Mi soffermerei, ora, su quelle buddiste.

La prima tipologia che voglio prendere in considerazione è la vipassana. Letteralmente, “vedere chiaro”: un pilastro della tradizione buddista, che molti chiamano anche meditazione consapevole.

Si tratta di un genere diverso di monitoraggio, dato che la meditazione è incentrata… sulla meditazione stessa! In realtà questo è lo stadio iniziale; il secondo consiste nel “visualizzare” le sensazioni del corpo. Osservarle. Capirle.

Cosa accade poi? Si passa al respiro consapevole, si fa caso a tutti quei piccoli dettagli che fino ad allora ignoravamo – l’aria che entra nel naso, il movimento del petto e dell’addome ecc. Questi sono gli oggetti essenziali della meditazione. Lo scopo è raggiungere la pace interiore, abbandonando l’insofferenza e il vuoto. Devi sapere che la Vipassana rappresenta la primissima forma di mindfulness, una disciplina sempre più praticata nel mondo occidentale, soprattutto grazie a programmi ad hoc finalizzati alla riduzione dello stress (l’MBSR – mindfulness based stress reduction è una pietra miliare, in tal senso).

Continuiamo con le meditazioni buddiste. Celebre è quella zen, o zazen, tipica del buddismo cinese. Posizione classica, seduti a gambe incrociate. Colonna vertebrale dritta, dal collo fino al bacino.

Hai due possibilità: ti concentrerai sul respiro, quindi sull’inalazione tramite le narici, oppure… sul nulla. O meglio, sul tutto, purché appartenga al momento presente. Il passato e il futuro non esistono. Focalizzati sull’ora, sull’istante attuale, su ciò che ti circonda senza dare più valore a qualcosa rispetto che a qualcos’altro.

Infine, la meditazione amorevole gentilezza – o metta. La traduzione, appunto, è “gentilezza”, “benevolenza”, “bontà d’animo”. Un lascito delle tradizioni buddiste più antiche, specialmente di quelle tibetane.

Con questa meditazione apprenderai come rapportarti con il prossimo nell’ottica dell’empatia e della compassione. Imparerai a percepire quello che percepiscono gli altri, entrerai in sintonia con le persone e con tutti gli esseri viventi.

Qual è l’obiettivo? Desiderare la serenità e la pace, tanto per noi stessi quanto per gli altri. Riuscirai a “mandare” il tuo amore, proprio come faresti con un messaggio scritto. Con la differenza che il mezzo, in questo caso, non è la carta ma un autentico stato di benessere!

Altre tipologie di meditazione

Finora ti ho descritto le meditazioni hindu e quelle buddiste. Tuttavia le tipologie non si inseriscono soltanto in queste due categorie.

Per esempio c’è la meditazione cinese, o taoista: quella che aspira al più completo equilibrio con il Tao. Gli stili sono vari:

  • neiguan, con cui si “vede” ciò che è all’interno della mente e del corpo (organi compresi);
  • emptiness, “vuoto”: la testa si svuota per conseguire una totale quiete;
  • la meditazione del respiro, che porta a conoscere le dinamiche della Terra e del Cielo attraverso l’inspirazione e l’espirazione.

Anche la meditazione Qi Gong è cinese, ed è strettamente connessa all’energia vitale: il Qi. Lo pronunci “chi”! Questa disciplina è in prevalenza fisica, e i movimenti sono sempre controllati e lenti. Di solito è previsto un maestro e ci sono molti corsi che insegnano quest’arte.

Con il Qi Gong combatterai l’ansia e la frustrazione, capirai come gestire la rabbia e le altre emozioni. I benefici si estendono anche ai muscoli, che diventano man mano più tonici. L’armonia è lo scopo: l’armonia dell’organismo, considerato non come un insieme di singoli ingranaggi ma come un tutto unitario.

Hai mai sentito parlare della meditazione “io sono”? Te la spiego subito! Non devi fare altro che chiudere gli occhi e ripetere, nella tua mente, “io sono”, “io sono”, “io sono”. Ovviamente non devi limitarti al suono di questa brevissima frase, ma comprenderla. Assimilare il significato del tuo io.

Il tutto non è così semplice come sembra. Viene spontanea la tentazione di etichettarsi, di definirsi: io sono una figlia, un figlio, un padre, una madre, una/un professionista e così via. Non è questo che bisogna fare! La meta è la coscienza. La tua più pura interiorità. Chi sono io davvero?

Desidero concludere con la meditazione camminata, che – come potrai intuire – si basa sull’atto di camminare per focalizzare. Passo dopo passo, si migliora nell’autoconsapevolezza e nell’introspezione. Chiaramente un setting adeguato aiuta molto: lascia perdere le strade cittadine, piene di smog e di rumori. Preferisci un parco, una foresta, un sentiero immerso nella natura.

Di nuovo, i vantaggi fisici e quelli psicologici vanno a braccetto! Camminare fa bene alla salute, ed è un toccasana per chi vuole concentrarsi. Per chi vuole rallentare, mandare via lo stress, ritagliarsi qualche attimo per sé.

Adesso che hai scoperto numerosi tipi di meditazione, quale credi che sia il più adatto a te?


[1] https://newsroom.heart.org/news/mental-health-is-important-to-overall-health-and-heart-disease-prevention-and-treatment

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