Storia e origini della mindfulness e il metodo MBSR

Desidero iniziare il mio discorso sulla mindfulness dicendoti che questo concetto unisce l’antico e il nuovo. Il passato e il presente.

Tale disciplina, infatti, risale alla notte dei tempi, quando la società non era ancora così caotica ma comunque già si capiva l’importanza della consapevolezza di sé.

Equilibrio, questa è la chiave. La mindfulness è equilibrio, armonia, serenità. È attenzione: non verso l’esterno, bensì verso l’interno, verso noi stessi!

Quella a cui mi riferisco è una vera e propria attitudine dello spirito. Essa è legata agli insegnamenti del buddhismo, ma non ha una natura religiosa. Anzi, più che altro l’ambito è quello psicologico. In fondo, il principio che è alla base di tutto è l’introspezione.

Ma, allora, la mindfulness è recente o no? Bella domanda! La risposta non è semplicissima, anche perché esistono varie teorie in merito. Secondo alcuni, questo approccio è la versione moderna di una tecnica di meditazione di secoli e secoli fa. Secondo altri, la mindfulness in sé e per sé nasce negli anni ’70 per opera del professor Jon Kabat-Zinn.

Chi ha ragione? La questione è ancora oggi aperta, ma nonostante ciò ci sono delle certezze. Il vocabolo non è altro che la traduzione di “sati”, un termine in lingua pāli (quella del buddhismo Theravāda). Il significato è una parola che già ho nominato poco prima: consapevolezza.

Hai mai sentito, da qualche parte, l’espressione “samma sati”? Vuol dire “retta consapevolezza”, una via del Nobile ottuplice sentiero della tradizione buddista. Senza che andiamo troppo nel difficile, questa “strada” è una delle Quattro nobili verità – quella che conduce al risveglio dell’anima e alla liberazione dalla sofferenza.

Sarebbe troppo lungo spiegare tutto questo. E, ad ogni modo, ci allontaneremmo dall’argomento centrale.

Devi sapere soltanto che mindfulness è sinonimo di verità, di autoanalisi. Stai pensando anche tu alle sedute di terapia psicologica, non è così?

Mindfulness e origini

Non è sbagliato affermare una cosa: la mindfulness può essere paragonata a una somma. La somma di più addendi, proprio come nella matematica: il buddhismo Theravāda, lo yoga, la filosofia zen.

  • Il Theravāda è quella forma di buddhismo tipica del Sud-est asiatico, una delle più vicine a ciò che tramandava Siddhārtha Gautama;
  • lo yoga è meditazione, ascesi, riflessione, esercizi di ginnastica e di respirazione;
  • lo zen è una scuola, o meglio, un insieme di scuole. Un’esperienza, un viaggio esistenziale, un percorso che porta alla felicità pura.

Tutti questi fattori si uniscono per definire la mindfulness.

Un obiettivo fondamentale: accettare sé stessi, superare le proprie barriere, cogliere ogni momento per assimilare qualsiasi azione e percezione. Come si dice in latino, hic et nunc!

Quante volte non possiamo fare a meno di arrovellarci sul futuro? Quante volte ci lasciamo sfuggire gli istanti preziosi che abbiamo sotto mano, e che non torneranno più? A me è capitato, e a te?

Lo scopo della mindfulness è questo. Evitare di perdere l’attimo. Allontanare l’irrazionalità, il dolore, la negatività, per raggiungere uno stato di tranquillità e di quiete interiore. Diventare “trasparenti”, completamente onesti con il proprio io e con gli altri. Vivere in una condizione di pace e di stabilità emotiva: solo questo.

Quest’arte ha iniziato a circolare, dunque, prima in Oriente e poi in Occidente. Il passaggio è avvenuto grazie a grandi maestri come Pema Chodron, Joseph Goldstein, Jack Kornfield, Sharon Salzberg. Ti dicono qualcosa questi nomi? Il loro contributo è stato indispensabile per la diffusione della mindfulness!

Un’altra personalità importantissima, su cui mi soffermerò a breve, è Jon Kabat-Zinn. Un pioniere a cui dobbiamo davvero tanto da questo punto di vista. Comunque, come sicuramente hai intuito, la storia di questa pratica è molto antica – anche se il suo “consolidamento” è recente. Non temere, nessun mistero: chiarirò tutto nelle prossime righe.

Il concetto di mindfulness non può prescindere da quello che i pensatori chiamano “coscienza di sé”. Conoscere il proprio spirito, del resto, significa espanderlo. Rendersi conto di quanto siano piccoli molti problemi che ci poniamo nel quotidiano. E di quanto, al confronto, sia vasto il nostro animo.

Il metodo MBSR

MBSR: Mindfulness-Based Stress Reduction. Riduzione dello stress tramite la mindfulness. E chi è stato a elaborare questa teoria? Il professore che ho citato poco fa, Jon Kabat-Zinn!

Andiamo con ordine. Siamo alla fine degli anni ’70, per la precisione nel 1979: lo studioso lavora come biologo presso la School of Medicine dell’Università del Massachusetts. Un luogo all’insegna dell’innovazione, della ricerca, della sperimentazione di tecniche all’avanguardia per migliorare la vita umana.

Ma Kabat-Zinn non è appassionato solo di scienza: ama anche lo yoga, la meditazione e il buddhismo. È per questo che decide di utilizzare la mindfulness come base di partenza per la cura psicologica, nello specifico dell’ansia e dello stress.

Incredibile, vero? Ecco come si incontrano passato, presente e futuro! Con il cosiddetto protocollo MBSR, Jon Kabat-Zinn unisce mindfulness e psicologia clinica. L’autoconsapevolezza e l’introspezione si trasformano in mezzi di guarigione, in un autentico intervento terapeutico.

Non è un caso che, proprio in questo periodo, si cominci a parlare di medicina comportamentale. Come è stato provato, la mindfulness ci aiuta a entrare in contatto con noi stessi. A comprendere gli ostacoli che ci bloccano e che ci fanno ammalare. Infine, a eliminarli.

Insomma, uno strumento di riabilitazione a tutti gli effetti. Come un solido edificio, il metodo MBSR ha delle colonne portanti:

  • l’astensione dal giudizio;
  • la rinuncia alla lotta;
  • il “lasciar andare”;
  • la fiducia;
  • il distacco dai processi mentali.

Tutti questi pilastri sostengono l’evoluzione del pensiero, che si fa man mano più limpido. Come l’acqua che si libera delle impurità e permette di vedere in maniera nitida quello che sta al di sotto. Lo afferma anche Kabat-Zinn: la mindfulness rimuove le false credenze, l’autocritica fine a sé stessa, il rimuginare – quello che a volte condiziona intere giornate. Insegna il valore del momento, appunto dell’hic et nunc.

Come tutto questo ci supporta contro alcuni disturbi psichici? Semplice: si impara a comunicare con il corpo, a regolare lo stress e a gestire le emozioni. Tra l’altro, la meditazione è usata come soluzione anche in altri ambiti:

  • educativo;
  • sportivo;
  • scolastico;
  • professionale e organizzativo.

Una disciplina che affonda le radici millenni e millenni fa non deve essere per forza sulla via del tramonto. Lo dimostra appieno la mindfulness, complice il contributo di Jon Kabat-Zinn. Lo sapevi che esiste addirittura una figura apposita, il Center for Mindfulness Certified MBSR Teacher (cioè l’insegnante certificato)?

I benefici della mindfulness e del metodo MBSR

Non posso non concludere il mio discorso con una panoramica sui benefici della mindfulness. Questo, ovviamente, tenendo presente il metodo MBSR.

Ascoltami con attenzione: sono tante le parti del corpo che traggono vantaggio da questo approccio, non solo il cervello! La riduzione dello stress è positiva anche per il cuore[1], per lo stomaco, per l’intestino, per il fegato. Considera che si ricorre a questo protocollo per la cura di patologie cardiovascolari, per la prevenzione degli infarti, per risolvere i problemi di digestione.

Tieni presente sempre una cosa essenziale: il nostro organismo è come una macchina, una magnifica macchina che funziona alla perfezione se tutti gli ingranaggi sono in buono stato. L’angoscia e le preoccupazioni fanno male tanto alla psiche quanto a molti organi. Ti è mai successo di avere spesso dolori alla testa, alla pancia e allo stomaco in un periodo di forte ansia? Appunto!

Anche la pelle, per esempio, risente dei cattivi pensieri. Si riempie di macchie, diventa più debole – proprio come il nostro spirito. Non è una coincidenza! E infatti la mindfulness, così come è concepita da Kabat-Zinn, è anche un rimedio alle malattie della cute.

Non dimenticare che la meditazione si basa su una corretta respirazione. È un toccasana per i polmoni e in generale per l’apparato respiratorio. E invece, non è forse vero che quando siamo stressati sembriamo quasi perdere la capacità di inspirare ed espirare bene? Ecco un’altra testimonianza di come tutto sia collegato.

In parole povere: la Mindfulness-Based Stress Reduction ci aiuta a combattere tutto ciò che ci danneggia a livello psicosomatico. Ovvero, i disturbi che nascono nella mente e colpiscono poi il fisico. Nessuno di noi vive in una campana di vetro: la vita quotidiana ci sottopone a una serie di prove, anche molto dure – lutti, separazioni e così via. Tutti colpi, piccoli o grandi, per il nostro corpo.

Ma dobbiamo reagire; dobbiamo capire che nessun ostacolo è insormontabile, che la nostra interiorità va al di là di questi scogli (o montagne che siano). Chiudi gli occhi, fai un respiro profondo. Accogli la sfida con animo tranquillo, tieni sotto controllo ciò che senti.

Ti informo che il metodo MBSR si impiega persino in casi di depressione e di attacchi di panico. Hai presente quando il battito del polso accelera, i palmi delle mani sudano, e tutto ti appare come terribile e spaventoso? La mindfulness è tua alleata per trovare un punto fermo, un’àncora che ti tenga saldo nel mare in tempesta.

Apprendere l’autoconsapevolezza significa abbandonare la sofferenza e smettere di rimuginare sulle esperienze dolorose. Ti ho incuriosito con i miei chiarimenti? Spero di sì, perché questa tecnica è utilissima sotto tanti aspetti.

Lo confermano le persone che hanno a che fare con una situazione complessa. Con una disabilità, ad esempio, oppure con un ambiente lavorativo stressante ai massimi livelli; ma anche le persone che hanno paura di qualcosa, che sono tese, che vivono un disagio emotivo o che fanno fatica a dormire. La mindfulness, inoltre, può essere utile a tutti coloro che vogliono dare una svolta alla propria esistenza e cominciare finalmente a vivere con consapevolezza, gestendo in maniera opportuna le proprie emozioni, i pensieri e i bisogni.


[1] https://journals.lww.com/familyandcommunityhealth/Abstract/2003/01000/Mindfulness_Meditation,_Anxiety_Reduction,_and.4.aspx

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